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Il signore del caos. La Ruota del Tempo: 6

22,00

Mentre la Ruota del Tempo gira, i venti del destino spazzano le terre. Rand al’Thor lotta per riunire le nazioni in vista dell’ultima battaglia contro le forze del Tenebroso… Ma altri oscuri poteri tentano di assumere il controllo delle azioni del Drago Rinato. Dalla Torre Bianca di Tar Valon, guidata dall’Amyrlin elaida, è stato stabilito che Rand deve essere frenato immediatamente. La siccità e il calore estivo continuano a ritardare l’inizio della stagione invernale, così Nynaeve al’Meara ed Elayne, l’erede di Andor, cominciano una disperata ricerca del leggendario ter’angreal, che potrebbe conferire loro la facoltà di ripristinare le normali condizioni climatiche.

Informazioni aggiuntive

Editore

Data di pubblicazione

3 aprile 2019

ISBN

978-8834738399

Lingua

Italiano

Formato

Copertina flessibile

COD: 7916 Categoria: Tag: Product ID: 20640

Descrizione

1

Il leone sulla collina

La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si alzò fra le colline dai boschi secchi di Cairhien. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.

A ponente il vento soffiava su villaggi e fattorie abbandonati, molti ridotti a un mucchio di legna carbonizzata. La guerra, inclusa quella civile, aveva devastato Cairhien, come anche le invasioni e il caos e, anche adesso che erano finiti – in effetti era finito tutto – solo un pugno di uomini aveva cominciato a fare ritorno alle proprie case. Nel vento non vi era umidità e il sole cercava di bruciare il poco che rimaneva in quella terra. Il vento attraversava Andor nel punto il cui il piccolo villaggio di Maerone sorgeva di fronte alla più grande Aringill, sull’altra sponda del fiume Erinin. Le due città erano dei forni; benché da Aringill, un luogo dove i profughi di Cairhien si erano accalcati all’interno delle mura come pesci in un barile, si levavano più preghiere per la pioggia, anche i soldati attorno a Maerone offrivano parole al Creatore, a volte ubriache, altre ferventi. Ormai avrebbero dovuto vedere i tentacoli dell’inverno, le prime nevi avrebbero dovuto essere già arrivate e passate, e quelli che sudavano temevano di ammetterne il motivo, quindi non ne parlavano. Il vento di ponente faceva agitare le foglie inaridite sugli alberi, increspando la superficie dei ruscelli semiprosciugati, con gli argini di fango indurito dal sole. Ad Andor non vi erano rovine carbonizzate, ma gli abitanti dei villaggi osservavano nervosi il sole crescente e i contadini cercavano di non guardare i campi che non avevano prodotto alcun raccolto autunnale.

Il vento proseguiva la sua corsa verso occidente, soffiando su Caemlyn, facendo garrire le due bandiere sopra al Palazzo Reale, nel cuore della città interna costruita dagli Ogier. Una delle due bandiere era rosso sangue, e su di essa si stagliava un disco in parte bianco e in parte nero diviso da una linea sinuosa: il nero era profondo quanto il bianco era brillante. L’altra bandiera, stagliata contro il cielo, era candida come la neve. La figura rappresentata su di essa, una specie di strano serpente a quattro zampe con la criniera d’oro, gli occhi color del sole e le squame rosso e oro, pareva cavalcasse il vento. Non era chiaro quale dei due vessilli incutesse maggior paura. A volte lo stesso petto che tremava

Jordan, Robert (2013-04-23T23:58:59.000). Il signore del caos. La Ruota del Tempo: 6: Vol. 6 (Fanucci Narrativa) (Italian Edition) . Fanucci. Edizione del Kindle. per la paura, ospitava anche la speranza. Speranza nella salvezza e paura della distruzione, provenienti dalla stessa fonte.

Molti sostenevano che Caemlyn fosse la seconda città più bella del mondo e a dirlo non erano solo gli Andorani, per i quali spesso era la prima, superando in bellezza la stessa Tar Valon. Le alte torri rotonde seguivano la linea delle mura di cinta costruite in pietra grigia striata d’argento, bianco e oro, che risplendevano sotto il sole spietato. Caemlyn era abbarbicata sulle colline centrali, e l’antica città interna, circondata dalle proprie mura bianche e lucenti con le proprie torri e cupole color porpora, bianche, oro e ricoperte di mosaici splendenti, era rivolta verso la città nuova, che aveva comunque almeno duemila anni.

Come la Città Interna era il cuore di Caemlyn più che per il semplice fatto di esserne il centro, il Palazzo Reale era il cuore della città interna, la favola di un menestrello che parlava di guglie candide come la neve, cupole d’oro e mura lavorate come fine merletto. Un cuore che pulsava all’ombra di quelle due bandiere.

A torso nudo e in bilico sulla punta dei piedi, Rand in quel momento non era consapevole di trovarsi nel palazzo, in un cortile coperto di mattonelle bianche, come non lo era degli spettatori disposti fra i colonnati circostanti. Il sudore gli impregnava i capelli e li appiccicava alla testa, poi scivolava sul petto. La ferita rotonda parzialmente guarita che aveva sul fianco gli faceva male, ma Rand rifiutava di ammetterlo. Sugli avambracci erano visibili delle creature simili a quella sulla bandiera bianca che gli sventolava sopra la testa, e risplendevano di colori metallici rosso e oro. Draghi, così li avevano chiamati gli Aiel, e anche altri stavano cominciando a usare quel nome. Rand era vagamente consapevole del marchio degli aironi impresso sul palmo di entrambe le mani, ma solo perché lo sentiva premere contro la lunga impugnatura della spada di legno da esercitazione.

Lui era una cosa sola con la spada, fluiva da una figura all’altra senza pensare, gli stivali sfioravano solo lievemente le mattonelle della pavimentazione. Il Leone sulla Collina mutò ne L’Arco della Luna, quindi ne La Torre del Mattino. Senza pensare. Era circondato da cinque uomini sudati a torso nudo, che passavano con cautela da una posizione all’altra, spostando le spade da esercitazione. Erano la sola cosa di cui fosse consapevole. A giudicare dai volti duri e sicuri, erano i migliori che avesse trovato sino a ora. Fin da quando Lan era andato via. Senza pensare, come gli aveva insegnato Lan. Una cosa sola con la spada e con i cinque uomini.

Improvvisamente Rand scattò in avanti e gli uomini che lo circondavano si mossero rapidamente per mantenerlo al centro del gruppo. Proprio nel momento in cui quell’equilibrio vacillò sull’orlo della frattura, quando almeno due dei cinque avversari avevano incominciato ad avvicinarsi a lui, rompendolo, lui si voltò di colpo a metà passo e corse dal lato opposto. Gli altri cercarono di reagire, ma troppo tardi. Con un forte rumore d’impatto Rand bloccò con la propria arma il colpo dal basso di una spada da esercitazione fatta di fascine di legno, e simultaneamente il piede destro colpì in pieno stomaco l’uomo dai capelli grigi, che sbuffando si ripiegò su sé stesso. Bloccati lama contro lama, Rand costrinse l’avversario a voltarsi, colpendolo con un calcio mentre gli girava intorno. L’uomo dai capelli grigi cadde a terra affannato. L’altro avversario di Rand cercò di arretrare per poter usare la spada, ma la mossa diede l’opportunità a Rand di eseguire una voluta con la propria arma attorno a quella dell’avversario – La Vite si Attorciglia – affondando contro il petto dell’uomo, abbastanza forte da farlo cadere.

Erano trascorsi pochi istanti, talmente pochi che solo ora gli altri tre cominciavano ad avvicinarsi. Il primo, un uomo tarchiato e veloce, fece una mossa inaspettata per la sua statura scavalcando con un salto l’uomo dal naso rotto, che ruzzolò in terra. La lama da esercitazione di Rand colpì l’assalitore sugli stinchi, facendolo quasi cadere all’indietro, quindi di nuovo dietro la schiena, facendolo piombare sul lastricato. Adesso ne rimanevano solo due, ma erano i migliori, uno alto e agile che muoveva la spada come se fosse la lingua di un serpente e un tipo dalla grossa testa rasata che non commetteva mai errori. Si separarono immediatamente per attaccarlo su due fianchi, ma Rand non attese e scattò rapidamente verso l’uomo magro; ebbe solo pochi momenti prima che l’altro girasse attorno ai caduti.

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