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Le messaggere sono grande schiera: Donne della Bibbia

Author: Ada Prisco

5,99

Le messaggere sono grande schiera: Donne della Bibbia. L’opera è composta da una serie di capitoli brevi. Ciascuno è dedicato a una figura femminile della Bibbia. La carrellata di nomi le presenta come persone vive, con cui è possibile entrare facilmente in dialogo. I testi sono letti in semplicità, come durante un incontro disteso, ma capace anche di far riflettere. Si incontrano le donne più diverse, ma ognuna è in grado di sollecitare una corda della sensibilità attuale e di offrire spunti di interpretazione del nostro tempo. Tanti e tanto diversi sono i colori cui sono associabili, da rendere la compagnia del libro una piacevole passeggiata a dorso di un arcobaleno.

Informazioni aggiuntive

Editore

Data di pubblicazione

19 aprile 2022

Lingua

Italiano

Formato

Kindle

Kindle
COD: 7760 Categoria: Tag: Product ID: 20857

Descrizione

Abigail, colpì per la sua intelligenza

Betsabea per la sua bellezza 1

Samuele 25, 14-42, 2Samuele 11, 2-5, 26-27

 

I personaggi maschili sono più presenti di quelli femminili nella Bibbia e nei libri di storia. Assommano in se stessi i compiti più rilevanti molto più spesso delle donne. Le donne comunque raccontano una parte importante, anche quando compaiono perché in appoggio a figure maschili, cui sono legate da vincoli di sangue o per matrimonio. Abigail e Betsabea sono accomunate dall’essere entrambe mogli del grande re Davide, ma ciascuna di loro narra un aspetto proprio della storia e anche della personalità del re, e ciascuna di loro presenta una propria interessante fisionomia. A ognuna di queste due donne la Bibbia dedica un quadro abbastanza approfondito, che parte dal momento in cui il percorso esistenziale di ognuna si è incontrato con quello di Davide.

Abigail

Abigail fa il suo ingresso sulla ribalta biblica in un’epoca cruciale del governo di Davide, coincide con il tempo in cui inizia un periodo di decadenza morale a partire dalla morte di Samuele (cf. 1Sam 25, 1). E Abigail è colta e coinvolta in pieno da questa temperie, quando si trova ad avere a che fare con Davide con l’intento di rimediare agli errori di suo marito Nabal. In questo triangolo la donna risalta per buon senso, sa cosa è giusto e lo persegue con decisione. La lezione senza tempo, che offre a chiunque, sembra superflua, ma non lo è: ha ben chiaro nella mente che ogni azione comporta delle conseguenze, che, nel limite del possibile, bisogna prevedere. Questa è la sua saggezza, molto vicina alla previdenza.

Esordisce nel racconto biblico come moglie di Nabal e la sua personalità è delineata in contrasto con quella di lui:… Abigail… era una donna bella d’aspetto e di buon senso, mentre Nabal era un uomo duro e cattivo (1Sam 25, 3). Quest’uomo dà abbondantemente prova di ottusità, che arriva al punto da metterlo seriamente in pericolo, quando il re Davide invia degli uomini presso di lui, ricco proprietario terriero, chiedendogli che offra quello che può al re e ai suoi. Nabal, però, risponde male, non soddisfa la richiesta e si mostra addirittura poco rispettoso del re, come se nulla avesse a che fare con lui. Il servo di Nabal intuisce i rischi e le probabili degenerazioni di un simile comportamento e, per tentare di arginare il pericolo, ricorre proprio alla moglie di Nabal:

Questa coppia formata da Nabal e da Abigail farebbe sorridere, se non fosse che all’epoca un atteggiamento come quello del marito poteva scatenare una guerra e costare la vita. Rischiano anche di far venire alla mente altre coppie conosciute, operando i dovuti adattamenti. In tanti casi un coniuge si mostra più sveglio e più diplomatico e interviene a salvare l’altro da figuracce o a rimediare alle sue gaffes. Molte donne prolungano sui mariti un’attenzione e una cura quasi materna, se non una perizia da maestra.

Abigail non perde tempo in valutazioni, subito si rende conto della minaccia e trova le giuste pezze a colore. Si dimostra non soltanto saggia, come emerge dalla descrizione e come lo stesso re le riconosce, ma anche coraggiosa. Non teme di comparire davanti alla persona più importante del paese e dopo che il marito lo aveva irritato. Nabal è lo sciocco, Abigail è la saggia, Davide sa ricavare dalle situazioni il meglio per sé. Nel pragmatismo Abigail e Davide sono simili. Anche i servi avevano saggiato la levatura di questa donna e ricorrono a lei come alla persona in grado di prestare soccorso. Nella situazione Abigail è una sorta di 118 ante litteram ed è il caso di dire che si dimostra capace di fare medicina preventiva. Il povero Nabal suscita compassione, quando persino il servo, parlando con la moglie del padrone, non teme di affermare a chiare lettere che non capisce niente (v. 17). Abigail capisce per due. E agisce con sollecitudine, è abile e svelta come le donne di casa allenate a portare avanti e bene diverse mansioni, talvolta anche contemporaneamente, tenendo presenti le esigenze di tutti i membri della famiglia, regolando a ciascuno la propria tabella oraria e dispensando consigli sullo svolgimento delle mansioni precipue di ognuno. Agisce in autonomia, passa subito ai fatti, senza concertarsi con Nabal, né facendogli sapere nulla. Temeva probabilmente che fosse una perdita di tempo nel migliore dei casi, se non addirittura che potesse compromettere il suo piano. Cavalca il suo asino e arriva dritta al cospetto del re Davide e dei suoi uomini. Appena lo vede, la donna si riveste di umiltà, enfatizzando quel riconoscimento di ruolo e di superiorità che il marito Nabal aveva, invece, ridicolizzato. E poi inizia la difesa di suo marito, addossandosi la responsabilità di quel comportamento scellerato, come tante volte avviene in famiglia, più spesso lo fanno le madri per i figli, allo scopo di alleggerire sulle persone amate il peso della situazione e smuoverla, perché superi il pantano in cui si è fossilizzata. La stupidità di Nabal diventa così universalmente riconosciuta e la colpa che Abigail si assume è quella di non averlo seguito tanto da vicino, da accorgersi degli uomini del re e da fare in modo che ricevessero un trattamento adeguato.

Senza concedere nemmeno il tempo di una replica, la donna saggia cattura la benevolenza di Davide e dei suoi, offrendo loro immediatamente i doni che aveva recati con sé.

Sostanza teologica

Il discorso di Abigail non esprime soltanto una diplomazia politica. Sa attingere anche alla sapienza d’Israele, diventa comunicazione di fede. Nel suo tentativo di conciliazione attira l’attenzione di Davide sul punto di riferimento comune e superiore a tutti e alla stessa circostanza e lo individua in Dio. Gli chiede clemenza non in nome della sua generosità, né per umana pietà di quel pover uomo di Nabal, bensì perché Dio stesso difende la vita del re, per cui è del tutto superfluo, se non controproducente che questi disperda le proprie energie in piani di vendetta, macchiandosi del sangue di tanti uomini. E dimostra di conoscere molto bene chi ha dinanzi, infatti ripercorre con la memoria la sostanza della parabola esistenziale di Davide, la cui vita è custodita gelosamente in mano al Signore (v. 29). Egli stesso, quindi, saprà ricambiare la sua misericordia e lo guiderà a capo d’Israele, senza turbamenti né rimorsi. Fra le parole della donna risalta anche una finezza psicologica. E’ per il proprio stesso bene che a Davide conviene non ripagare lo sgarbo di Nabal come meriterebbe, per non offuscare scioccamente il successo che Dio stesso gli garantisce come servizio a piani più ampi e superiori.

Davide rimane colpito dalla logica della donna e le risponde con una benedizione, perché in effetti Abigail non ha salvato soltanto Nabal e tutti coloro che sarebbero stati coinvolti a causa sua in una strage, ma anche il re, perché gli ha impedito di commettere del male. Abigail svolge bene la funzione di sentinella delineata chiaramente dal profeta Ezechiele:

In Abigail questo diventa un fatto, anche se ella è comunque parte in causa del contesto, che in quel momento entra in relazione con il re.

La sapienza di Abigail è scandita dal ritmo giusto, se avesse indugiato, tanta gente sarebbe morta. Indovina la tempistica opportuna per intervenire. E anche da Davide è riconosciuta come una donna di buon senso (v. 33). La conclusione delle sue decisioni e della sapienza del suo discorso sfocia in un augurio di pace. Abigail porta a casa con sé l’accordo salvavita della sua famiglie e della sua gente. Con parole buone e i suoi doni, ma anche sottolineando il corretto riconoscimento dell’altro e del suo ruolo, riesce a comporre un conflitto che sarebbe stato terribile. Abigail si dimostra donna di pace, sciolta, indipendente, responsabile.

La figura di Nabal scivola sempre di più verso il basso. Infatti, mentre sua moglie è impegnata nel tessere le relazioni strappate dalla stupidità e dalla superficialità del marito, questi è distratto dai suoi eccessi, cibo e alcol, ancora ignaro della condanna che pende con certezza sulla sua testa. La lettura sapienziale della storia interpreta la sua morte come manifestazione del giudizio negativo di Dio sulla sua condotta. Contemporaneamente la sua morte libera da vincoli Abigail. La sveltezza con cui Davide la chiede in moglie è speculare rispetto alla prontezza che ella aveva incarnato.

Ancora una volta, a rispondere non è altri che lei, non ha tutori, nessun maschio che parli per lei. Ripete gli stessi gesti di quel suo primo incontro con il re, s’inchina e parla: Io sono pronta (v. 41). Non sussistono mediazioni né indugi, mantiene alta la testa. La sua postura è quella dell’atleta in posizione per ricominciare la sua corsa. E infatti la vediamo salire di nuovo sul suo asino per diventare la sposa del re.


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