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Un filo di perle

Author: Mino De Vita

1,99

Un filo inanellato di perle che narrano di vecchie brume passate attraverso la memoria, di sagome impalpabili, di ricordi, eventi giocati tra la fantasia ed il sogno.
Un caleidoscopio di sentimenti: amore, odio, amicizia, gelosia, razzismo, egoismo, miseria, ambizione, impaccio… Un filo esile come lo è l’alito stesso della vita, effimero e inavvertibile, che intreccia gli eventi casualmente, senza una logica e sequenziale modulazione.
In questo contesto, intanto, il tempo impone i ritmi surclassando l’esito della stessa esistenza, vissuta tra un passato non ancora lontano, ma già riposto nel dimenticatoio, nei dedali della memoria, ed un presente che non ha connotati definiti e definibili che si sovrappongono repentini e fugaci.
Il tempo nostro padrone, che non si serba e non lo si spreca, non lo si impegna, ma è lui stesso che ci consegna fatue certezze: perle fatte di polvere e di sabbia, effimere anch’esse se non fosse per cinica e crudele bramosia dell’uomo di vederle rare, preziose, imprescindibili. Racconti di un secolo appena andato, ma che ancora ci rinvia le sue contraddizioni fatte di luci, di dolori, di ansie, di abbagliante spensieratezza e di tragedie, del quale siamo ancora tutti intrisi e non ancora spogli dei suoi retaggi; ancora palpabili restano il suo peso e la sua drammatica incoerenza


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Informazioni aggiuntive

Editore

Data di pubblicazione

3 agosto 2017

ISBN

978-8899531164

Lingua

Italiano

Formato

Kindle

Kindle

€ 1,99

COD: 3228 Categoria: Tag: Product ID: 21946

Descrizione


Capitolo 1

Siamo sempre qua, attorno al tavolino imbandito di bibite colorate, policromatiche, addobbate di frutti esotici plastificati e cristalli di zucchero luccicanti; gelati guarniti con ombrelloni da spiaggia e pupazzetti di paglia, li guardiamo come opere d’arte tardo rococò – new liberty, stile eclettico di questo inizio millennio.  

Il pomeriggio di settembre ci coglie nel torpore più assoluto, ora le spiagge sono deserte e svuotate di culi tondi e abbronzati, non più rimbombanti di  mp3 né assordate da suonerie polifoniche stile concerto di Gigi D’Alessio. 

È tempo di consuntivi, ognuno sfoggia i numeri delle conquiste. Solo Antonio, per la mamma Tonino, per gli amici Tony, cerca di sviare il discorso sullo scudetto vinto tre mesi prima dalla sua squadra del cuore. Le sue buche non vuole e non può portarle in pasto ai presenti avvoltoi, mascolini depredatori di nordiche fanciulle. 

Ma anche i bilanci delle conquiste amorose finiscono per divenire un tormentone e un po’ alla volta ci si sottrae per evitare di ripetersi, con il rischio di smentirsi rispetto alle versioni precedenti.

Ci attendono mesi lunghi e bui, freddi e noiosi.  Anche se l’inverno  è il periodo migliore dell’anno, il periodo dello studio e della riflessione, infatti si resta attaccati alla TV  per prendere spunti  dalla pubblicità sul come vestirsi, quale hamburger fa tendenza, quale birra offrire al bar alle pulzelle o, quando  non si ha altro da fare   si resta  alla sala giochi  abbarbicati su trespoli in ferro a  tentare la fortuna alle slot. Ma il sabato sera  tutti al club, la lap dance è la nostra passione…

Insomma anche d’inverno abbiamo un  gran da fare di sera, il vero problema è come trascorrere la giornata.  A parte la rottura di scatole della mamma che ti butta giù dal letto alle 11 di mattina, perché deve pulire la camera o per farsi accompagnare in città dalla parrucchiera, non succede mai niente.

Insomma, un periodo di noia mortale.

Bisogna trovare qualcosa da fare dunque per il resto della giornata, ma di veramente eccitante.

Non parla Giovanni, John per gli amici, l’intellettuale che ogni giorno legge il Corriere dello Sport; lui ha sempre idee brillanti, ma ora tace: brutto segno.

Tex, all’anagrafe Terenzio, il capo branco, ha l’aria da capo: i suoi gesti sono lenti,  calcolati, misurati in modo che nessuno possa dubitare della sua leadership. Parla dell’importanza delle cose che fa, del corso per assaggiatore di drink, mentre tutti pendono dalle sue labbra, incantati dalla eloquenza del suo argomentare.   Prende il suo enorme drink, e con rituale flemma se lo porta alle labbra, sorseggiando come si sorseggia negli spot televisivi; è vestito di tutto spot, griffato e variopinto come un gallo cedrone. Lo seguiamo tutti nel suo gesto, è bello farlo, come beve lui l’aperitivo lo beve solo l’attore della reclame, noi tentiamo di ricalcare  le sue  orme, anche se ci rendiamo ben conto che non riusciremo mai ad eguagliarlo. Ciò nondimeno non demordiamo. 


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