Descrizione
Capitolo 1
Siamo sempre qua, attorno al tavolino imbandito di bibite colorate, policromatiche, addobbate di frutti esotici plastificati e cristalli di zucchero luccicanti; gelati guarniti con ombrelloni da spiaggia e pupazzetti di paglia, li guardiamo come opere d’arte tardo rococò – new liberty, stile eclettico di questo inizio millennio.
Il pomeriggio di settembre ci coglie nel torpore più assoluto, ora le spiagge sono deserte e svuotate di culi tondi e abbronzati, non più rimbombanti di mp3 né assordate da suonerie polifoniche stile concerto di Gigi D’Alessio.
È tempo di consuntivi, ognuno sfoggia i numeri delle conquiste. Solo Antonio, per la mamma Tonino, per gli amici Tony, cerca di sviare il discorso sullo scudetto vinto tre mesi prima dalla sua squadra del cuore. Le sue buche non vuole e non può portarle in pasto ai presenti avvoltoi, mascolini depredatori di nordiche fanciulle.
Ma anche i bilanci delle conquiste amorose finiscono per divenire un tormentone e un po’ alla volta ci si sottrae per evitare di ripetersi, con il rischio di smentirsi rispetto alle versioni precedenti.
Ci attendono mesi lunghi e bui, freddi e noiosi. Anche se l’inverno è il periodo migliore dell’anno, il periodo dello studio e della riflessione, infatti si resta attaccati alla TV per prendere spunti dalla pubblicità sul come vestirsi, quale hamburger fa tendenza, quale birra offrire al bar alle pulzelle o, quando non si ha altro da fare si resta alla sala giochi abbarbicati su trespoli in ferro a tentare la fortuna alle slot. Ma il sabato sera tutti al club, la lap dance è la nostra passione…
Insomma anche d’inverno abbiamo un gran da fare di sera, il vero problema è come trascorrere la giornata. A parte la rottura di scatole della mamma che ti butta giù dal letto alle 11 di mattina, perché deve pulire la camera o per farsi accompagnare in città dalla parrucchiera, non succede mai niente.
Insomma, un periodo di noia mortale.
Bisogna trovare qualcosa da fare dunque per il resto della giornata, ma di veramente eccitante.
Non parla Giovanni, John per gli amici, l’intellettuale che ogni giorno legge il Corriere dello Sport; lui ha sempre idee brillanti, ma ora tace: brutto segno.
Tex, all’anagrafe Terenzio, il capo branco, ha l’aria da capo: i suoi gesti sono lenti, calcolati, misurati in modo che nessuno possa dubitare della sua leadership. Parla dell’importanza delle cose che fa, del corso per assaggiatore di drink, mentre tutti pendono dalle sue labbra, incantati dalla eloquenza del suo argomentare. Prende il suo enorme drink, e con rituale flemma se lo porta alle labbra, sorseggiando come si sorseggia negli spot televisivi; è vestito di tutto spot, griffato e variopinto come un gallo cedrone. Lo seguiamo tutti nel suo gesto, è bello farlo, come beve lui l’aperitivo lo beve solo l’attore della reclame, noi tentiamo di ricalcare le sue orme, anche se ci rendiamo ben conto che non riusciremo mai ad eguagliarlo. Ciò nondimeno non demordiamo.
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